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Dissesto idrogeologico: il report di ISPRA

“Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio” è il Rapporto pubblicato il 7 marzo scorso che aggiorna – in base ai dati del 2021- il quadro di riferimento sulla percentuale di territorio, popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali minacciati da frane, alluvioni ed erosione costiera.

Un lavoro prezioso svolto dai tecnici dell’ISPRA, anche in collaborazione con le ARPA/APPA, che fornisce il quadro conoscitivo essenziale per tutte le politiche di tutela del territorio e di risanamento del dissesto idrogeologico. L’Istituto ha inoltre messo a disposizione i dati sulla piattaforma nazionale IdroGEO che consente la consultazione, il download, la condivisione di mappe, report e documenti.

Nel 2021, dice il Rapporto, è aumentata la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: rispetto al 2017 l’incremento sfiora il 4% per le frane e il 19% per le alluvioni.
Rispetto al precedente rapporto del 2017, segnala ISPRA, l’incremento non dipende tanto da un peggioramento del quadro rispetto agli anni passati quanto da nuovi studi più dettagliati, che hanno evidenziato situazioni critiche prima sfuggite alle rilevazioni.

Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto idrogeologico e soggetto ad erosione costiera e, in tutto, sono oltre 8 milioni le persone che vivono in aree particolarmente vulnerabili.
Complessivamente il 18,4% del territorio nazionale è classificato a pericolosità frane elevata, molto elevata e/o a pericolosità idraulica media.

Le regioni con i valori più alti di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono: Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580.000), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475.000) e Liguria (oltre 366.000).

Anche i dati dei beni architettonici, monumentali e archeologici a rischio sono preoccupanti: con il 24,3% che si trova in aree a basso rischio, il 16,5% a frequenza media e il 7,8% ad alta pericolosità. “Per la salvaguardia dei beni culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti sarebbero inestimabili e irreversibili” ricorda il Rapporto.

Gli unici segnali positivi arrivano dalle coste italiane. Infatti, dopo 20 anni i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento. Nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007, aumentano i litorali stabili e in avanzamento, mentre diminuiscono dell’1% quelli in erosione.

Quando si parla di sostenibilità e sviluppo sostenibile lo si deve fare a partire dalla tutela dell’ambiente e, questi dati, mostrano quanto gli interventi siano diventati indispensabili e urgenti.

Scarica il rapporto
Visita la piattaforma IdroGEO

mappa da: idrogeo.isprambiente.it

→  16 marzo 2022