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Fast fashion: il vero prezzo della moda usa e getta

La moda veloce è ormai diffusa in tutto il mondo: capi sempre nuovi, collezioni lampo e prezzi bassissimi. Ma dietro al fast fashion si cela un sistema insostenibile, fondato su sovrapproduzione, spreco e sfruttamento. Ogni anno, in Europa, 5 milioni di tonnellate di vestiti finiscono in discarica o inceneritore, mentre meno dell’1% viene riciclato per produrre nuovi abiti. Un dato allarmante, soprattutto considerando che la produzione tessile è tra le industrie più inquinanti al mondo, seconda solo al settore petrolifero.

Uno dei principali problemi del fast fashion è la qualità dei materiali utilizzati. La maggior parte dei capi è realizzata con tessuti sintetici derivati dal petrolio, come il poliestere, che impiegano centinaia di anni a degradarsi e rilasciano microplastiche negli oceani a ogni lavaggio. Le tinture chimiche e i processi industriali inquinano fiumi e suoli, mettendo a rischio intere comunità.

Il problema si manifesta maggiormente nei paesi in cui l’industria del fast fashion delocalizza la produzione con lo scopo di abbattere i costi, spesso a scapito di diritti e sicurezza dei lavoratori. In paesi come il Bangladesh e l’India, migliaia di operai lavorano in condizioni precarie per pochi centesimi l’ora. Il crollo del Rana Plaza nel 2013, che ha causato oltre 1.100 morti tra i lavoratori tessili in Bangladesh, resta uno dei simboli della crudeltà di questo sistema.

Nel frattempo, i marchi del fast fashion rispondono promettendo una “moda sostenibile”, lanciando linee “eco-friendly” e programmi di riciclo. La verità è che il fast fashion non può essere sostenibile se produce più di quanto il pianeta sopporti, con oltre 100 miliardi di capi l'anno, spesso indossati poche volte e poi scartati.

Il cambiamento è possibile, ma richiede un impegno collettivo. Noi consumatori possiamo fare la differenza rallentando i ritmi di acquisto, privilegiando capi durevoli e riparabili, scegliendo materiali sostenibili e supportando brand realmente etici. Anche i governi devono fare la loro parte, introducendo normative più rigide per limitare la produzione e imporre standard ambientali e sociali più elevati. Tocca a noi far passare di moda la moda usa e getta e abbracciare un nuovo concetto di stile: meno impattante, più consapevole e più umano.

Foto: Shutterstock

→  26 February 2025