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Agenda per la sostenibilità
a cura del CEAS
Unione Terre d’Argine

Non tutti sanno che

Grandi opere: conseguenze sociali e ambientali

Per costruire la diga delle Tre Gole sulle rive del fiume Yangtze, che verrà terminata nel 2009, due milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro case, centinaia di città e siti archeologici sono stati sommersi.

La diga che sorge nella provincia cinese dello Hubei e sbarra il flusso dello Yangtze (il grande fiume azzurro) è soprannominata “la Grande Muraglia” del terzo millennio. Le sue 26 megaturbine produrranno 84,7 miliardi di kilowattora ogni anno (l’equivalente di una ventina di centrali nucleari) e forniranno circa il 10% della richiesta energetica del paese. Inoltre si ritiene che la diga costituirà una barriera in grado di trattenere le rovinose piene annuali del Fiume.

Esperti e ambientalisti temono però per le conseguenze ambientali e geologichedi un’opera di queste dimensioni. Lo Yangtze costituisce un bacino che accoglie il 12% dell’intera umanità e garantiva in passato il 70% dell’intero pescato cinese, percentuale oggi più che dimezzata. A causa delle 46 dighe che ne costellano il corso e degli altissimi valori d’inquinamento derivanti dalle centrali elettriche, dalle fabbriche alimentate a carbone e dalla frenetica navigazione, quello che veniva decantato come un “paradiso terrestre” ha ormai perso la maggior parte delle sue peculiarità. Sono scomparsi 800 laghi, l’85% delle foreste originarie non esiste più, le riserve di pesce sono diminuite del 75% e si sono creati problemi di potabilità dell’acqua in oltre 500 città.

A causa della diga 2 milioni di persone sono state sfollate dalle loro case, che ora giacciono sul fondo dell’invaso che ha sommerso 30.000 ettari di terreni coltivabili. Per consentire il progetto 1.500 villaggi e 75 città sono stati abbattuti e sommersi dall’acqua, insieme a 1.300 importanti siti archeologici contenenti reperti antichi di 6.000 anni.
Un vero e proprio esodo sta sconvolgendo il cuore del continente cinese: gli sfollati, in gran parte contadini, hanno perso la propria casa ed il proprio lavoro.

L’altra grande preoccupazione riguarda il pericolo di inquinamento e di disastro ecologico e umano. Molti sono gli osservatori e gli esperti che nel corso di questi anni hanno denunciato la pericolosità, non calcolata dai costruttori, inerente la stabilità della struttura. I timori riguardano la presenza di numerose chiuse che si pensa possano inondare di rifiuti le città limitrofe alla diga o che possano contaminare le falde idriche da cui si riforniscono gli abitanti. Le enormi proporzioni del bacino che si verrà a creare, equivalenti in tutto e per tutto a quelle di un vero e proprio “mare” determineranno secondo gli esperti uno stravolgimento climatico dell’intera area. Le temperature stagionali saranno più basse d’estate e più alte d’inverno di almeno 2 gradi e cambierà il regime delle precipitazioni con conseguenze rilevanti e imprevedibili sull’equilibrio dell’intero ecosistema.

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→  05 giugno 2009