Licheni e inquinamento
Il progetto - organizzato e curato dall’Università Libera Età N. Ginzburg e dal CEAS Unione Terre d’Argine – vuole avvicinare cittadini e studenti di Carpi alla scoperta dei licheni, questi strani organismi molto importanti per capire e conoscere lo stato di salute dell’ambiente in cui viviamo, al fine di stimolare comportamenti e stili di vita sostenibili.
Giovedì 12 maggio alle ore 20.45 presso il circolo L. Guerzoni di via Genova 1, la biologa ambientale Giovanna Barbieri con il coordinamento di Bianca Magnani presenteranno al pubblico il progetto.
Mercoledì 11 e 17 maggio verranno coinvolti gli studenti delle classi 1°F e 2°F della Scuola O. Focherini, con intervento in classe dell’esperta e visita al vicino parco Enrico Berlinguer, per verificare direttamente in ambiente la presenza e lo stato di salute dei licheni.
I licheni costituiscono una riuscita simbiosi di funghi e alghe (e/o cianobatteri), e si trovano in quasi tutti gli habitat e le regioni geografiche del nostro pianeta. A oggi si stima che le specie licheniche esistenti siano circa 13.000, di cui oltre 2.000 in Italia.
A differenza delle piante, i licheni sono privi di radici, dunque devono assorbire le sostanze nutrienti dall’atmosfera, il che li rende eccezionalmente adatti ad accumulare inquinanti atmosferici.
Una vasta gamma di inquinanti atmosferici può essere monitorata tramite l’utilizzo di licheni. Tra questi figurano gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e un folto gruppo di inquinanti organici persistenti (POP) semi-volatili.
I licheni colonizzano principalmente superfici rocciose, suolo, cortecce di alberi, ma anche vetro, asfalto e cemento. La simbiosi tra l’alga e il fungo permette infatti ai licheni di avere una straordinaria capacità di adattamento.
Per le loro caratteristiche morfologiche, metaboliche e adattative, i licheni forniscono ottime indicazioni sullo stato dell’aria: infatti, il loro metabolismo dipende quasi esclusivamente dall’atmosfera. Perciò vengono ampiamente utilizzati sia come bioindicatori che come bioaccumulatori.
La metodologia usata per l’impiego dei licheni come bioindicatori prevede l’osservazione delle specie che si sviluppano sulle cortecce degli alberi. Invece per l’impiego di questi organismi come bioaccumulatori, si procede a trapiantare dei licheni raccolti in aree non contaminate per osservare, in un lasso di tempo, la quantità di metalli e inquinanti che essi accumulano.
Ormai da trent’anni si effettuano studi per calcolare l’indice di biodiversità lichenica (I.b.l.) in un determinato ambiente. Attraverso questo indice si valuta il livello di inquinamento dell’aria. Più l’indice è alto più lo è la naturalità. Per semplificare, più specie di licheni troviamo sulla corteccia di un albero, meno sarà la presenza di inquinanti dell’aria.
Questi sono i licheni: strani organismi che ci fanno di conoscere in “silenzio” il grado di salubrità della nostra aria.
Per approfondimenti sui licheni:
www.didattica.lichenologia.eu
Per informazioni
ceas@terredargine.it
Tel. 059 649990
Foto: ideegreen.it
→ 22 April 2022