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a cura del CEAS
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Patto per il Lavoro e per il Clima

È’ il nuovo Patto per il Lavoro e per il clima che la Regione Emilia-Romagna, il 14 dicembre scorso, ha siglato con 55 firmatari: enti locali, sindacati, imprese, associazioni ambientaliste,Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche.

“La grande novità di questo nuovo documento è contenuta nel titolo, che affianca al ‘Lavoro’ la parola ‘Clima’, perché non c’è sviluppo senza sostenibilità ambientale, economica e sociale. Non può esistere contrapposizione fra ambiente e lavoro anzi, al contrario, proprio attraverso il green new deal e l’investimento sui saperi possiamo creare occupazione di qualità, riducendo la forbice delle disuguaglianze.” dichiara Vincenzo Colla Assessore allo Sviluppo economico, lavoro e green economy.

Il Patto si fonda sulla qualità della relazione tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali, stabilendo impegni e responsabilità condivisi, in un percorso comune che migliori la qualità della vita delle persone e del pianeta e superi il conflitto tra sviluppo e ambiente.
Un innovativo progetto di rilancio dell’Emilia-Romagna unita, in cui lo Sviluppo Sostenibile viene declinato nelle sue tre componenti inscindibili: ambientale, sociale ed economica.

L’intera comunità regionale guarda al 2030 come orizzonte per allineare il percorso dell’Emilia-Romagna agli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu, dall’Accordo di Parigi e dall’Unione Europea per la riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030. Gli obiettivi strategici condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima saranno a fondamento del Percorso regionale per la neutralità carbonica prima del 2050, e questo lavoro sarà alla base della Legge per il Clima di cui la Regione intende dotarsi.

L’emergenza climatica rende la transizione ecologica un imperativo non più dilazionabile. Il Patto sceglie di accelerare la transizione ecologica, puntando alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali, alla riduzione delle emissioni ed efficientamento energetico, alla prevenzione del dissesto idrogeologico, alla rigenerazione urbana, alla mobilità sostenibile, all’economia circolare e alla riduzione dei rifiuti.

L’intensità e l’incremento dei cambiamenti climatici, anche nella nostra regione, oltre all’affermarsi della questione ambientale nell’opinione pubblica, in particolare nei giovani, impongono una visione condivisa e un governo della transizione. Da questa complessa fase di trasformazione potrà derivare un’accelerazione positiva, con una crescita capace di coniugare qualità del lavoro e rispetto dell’ambiente, produttività e valore aggiunto, efficienza economica e giustizia sociale.

Il Patto per il Lavoro e per il Clima delinea la strategia e le direttrici di un progetto che assume come proprio orizzonte il 2030 e che nell’arco dei prossimi cinque anni sarà declinato in accordi operativi e strategie attuative necessari per raggiungere gli obiettivi condivisi: investire in istruzione, formazione, ricerca e cultura, per generare lavoro di qualità e contrastare precarietà e disuguaglianze.

Accelerare la transizione ecologica per raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050 e passare alle energie pulite e rinnovabili entro il 2035, coniugando produttività, equità e sostenibilità, questo è il motore per un nuovo e diverso sviluppo. Questa è la sfida più stringente che abbiamo in avanti.

(testo integrale del documento “Patto per il lavoro e per il clima”)


→  20 gennaio 2021